Chiesa S. Lorenzo

Bella chiesa, ma non tenuta molto bene. La chiesa avrebbe dei begli affreschi, che stanno scomparendo, dato che nessuno mi sembra abbia intenzione di restaurarli. La chiesa è stata affidata a una comunità ortodossa. Scelta spesso positiva in luogo dell'abbandono. In questo caso però l'iconostasi posta in chiesa ha rotto l'immagine complessiva dell'ambiente che finiva prospetticamente nel ciborio sostenuto dall'area etrusca. Entrambi gli elementi sono ora coperti e visibili con una certa fatica solo da un lato. Speriamo in un futuro diverso per la chiesa e in una sede più grande per la Comunità ortodossa.

Vedendo l'interno e la celebrazione in atto sembra quasi che la chiesa sia stata Convertita al culto Ortodosso. Non ci sono indicazioni però da nessuna parte che indichino tale cambio.

È stata trasformata per il rito ortodosso. È aperta solo la domenica, a volte il sabato. I residenti lamentano che venga usata male.

Una chiesa ortodossa aperta al culto solo di domenica. Si presenta come una semplice chiesa in tufo all'esterno mentre all'interno è decorata con affreschi che pian piano stanno sparendo.

La prima costruzione originale della chiesa si ritiene intorno all’anno Mille, tuttavia, la sua datazione viene comunemente collocata nell’anno 1291. Una chiesa tipicamente romanica, che in origine si trovava in un altra zona della città e che fu fatta demolire dai frati francescani quindi venne ricostruita più distante dal convento dei frati mantenendone il medesimo aspetto secondo la tradizione antica orvietana che voleva il romanico classico come “stile predefinito” per la costruzioni sacre.L’interno è a tre navate classiche con colonne ed appare severo e spoglio nonostante le pareti della chiesa fossero state coperte di affreschi tra cui alcuni raffiguranti la storia di San Lorenzo di cui, oggi, se ne possono però ammirare solo una esigua parte rimanente.Una curiosità, il nome attuale si deve al fatto che per l’altare fu utilizzata l’ara di un antico tempio etrusco, da qui il nome di San Lorenzo de’ Arari.