Cartaria Aretina S.A.S. Via Cavour, 46, 52100 Arezzo AR

Cartaria Aretina S.A.S.





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Recensioni consigliate

Roberto Cecchi
16.10.2023
Cartaria Aretina S.A.S.
La cartoleria per eccellenza, per contenuti soprattutto del magazzino. Ciò è dovuto principalmente ad un curioso proprietario anziano (oggi la gestione del negozio è del figlio), che, con un singolare carattere (se ti attacca un bottone sei spacciato!) ha creato e mantiene un magazzino dove trovi davvero di tutto
Antonella S.
21.09.2023
Cartaria Aretina S.A.S.
Servizio ottimo anche per libri scolastici
fausto brasini
25.08.2023
Cartaria Aretina S.A.S.
Cartolibreria in posizione strategica, ben fornita di tutto, un po' meno, forse di cortesia, mi sono presentato ricercando un volume scolastico e mi è stato risposto frettolosamente che si, si poteva ordinare ma che non sarebbe arrivato prima di due settimane, saputa poi la casa editrice la previsione per l'arrivo è diventata ancora più lontana nel tempo. In pratica per solo un libro per loro non vale la pena impegnarsi. Tramite Amazon mi è arrivato in 2 giorni....
Rosella Montanari
22.08.2023
Cartaria Aretina S.A.S.
Serietà e professionalità che distingue La Cartaria Aretina" sono oltre 10 anni che mi servo da loro e mi sono trovata sempre benissimo."
Luca Tognaccini
19.08.2023
Cartaria Aretina S.A.S.
ZIBALDONE ARETINO: GIORGIO FERI PRESENTA L’AMARCORD DEI TOSCANACCI ARETINIdi Luca Tognaccini - 01-01-2016Zibaldone aretino: Giorgio Feri presenta l’amarcord dei toscanacci aretiniAmarcord di Arezzo, ovverosia “Zibaldone aretino. Racconti, personaggi, storie di Arezzo”. In questo libro fresco di stampa, come un sapiente Fellini della penna, Giorgio Feri –una vita in centro storico visto dall’osservatorio privilegiato della sua Cartaria aretina- descrive personaggi cosiddetti minori della storia recente, spingendosi anche con l’aiuto di antiche foto, sino alle soglie dell’Unità d’Italia. Suggestiva la copertina, dove il misterioso ed eccentrico uomo vestito color oro che frequentava il colonnato di via Roma negli anni Sessanta, attendeva un figlio disperso in Russia che non sarebbe mai tornato e con cui aveva concordato via lettera quella foggia per facilitargli il riconoscimento.La presentazione ufficiale dello “Zibaldone Aretino”, sottotitolato “racconti, personaggi, storie di Arezzo”, ha avuto luogo martedì 15 dicembre al Circolo Artistico di Corso Italia, nella città della Chimera, ma nessuno ha raccontato gli interventi degli aretini veraci che hanno presentato l’ultima fatica di Giorgio fresco vincitore del Premio Tagete 2015 con “Arezzo città d’arte” lodato da Claudio Santori e da Vittorio Sgarbi. Eccone la cronaca: Marco Botti, giovane giornalista, ha parlato di raccolta di pensieri e storie, un po’ diario un po’ appunti, riguardante tanti aretini scomparsi come lo storico Pier Francesco Greci ed il regista Rai e gastronomo Guido Gianni che inventa il televoto, ma anche la terribile anziana detta Spùtaci. Un libro anche di viventi come Fausto Casi, poi salito sul palco, inventore del Museo dei Mezzi di comunicazione, che conserva gli strumento Rai analogici altrimenti introvabili; il professor Filippo Nibbi, che entra nel libro con un racconto dei suoi, surrealista e futurista, ha attenzionato sulla foto del piccione-drone usato nella prima guerra mondiale con macchina fotografica annessa, al fine di spiare le trincee nemiche, adesso ospite nel museo di Casi e nel libro di Feri.Un capitolo è dedicato ai miracoli avvenuti in città, illustrati dal pittore Zenone (alias Emilio Giunchi). Roberto Parnetti si è soffermato su Giostra, Musici e Sbandieratori storici e giovani leve, focalizzandosi sull’olmo che dà il nome ad una frazione; Saverio Crestini, nipote dello scomparso Carlo Dissennati maestro della cronaca nera su “La Nazione” e storico della Giostra del Saracino, ha illustrato il ricordo del grande nonno; Santino Cherubini, degli “Avanzi di balera”, ha poi tratteggiato una esilarante ricostruzione storica dalla età del paleolitico a quella dell’ansiolitico, proponendo la derivazione della lingua francese da un improbabile vernacolo aretino dotto, divagazioni anch’esse in questo libro degli Aretini che entrano così di diritto nel club dei Toscanacci di carta già esaltati da Curzio Malaparte qualche decennio fa, parlando però poco di Arezzo. Giorgio Feri, coi suoi amici, colma questa lacuna attraverso un’opera collettiva che farà ridere, pensare, ricordare, commuovere: come in Amarcord.NELLA FOTO DA DESTRA VERSO SINISTRA: GIORGIO FERI, MARCO BOTTI, FILIPPO NIBBI, ROBERTO PARNETTI, SAVERIO CRESTINI.
River Huang
12.08.2023
Cartaria Aretina S.A.S.
I libri arrivano quasi sempre in tempo e non mi è facilmente trovabile
Valentina Proietti
04.08.2023
Cartaria Aretina S.A.S.
La mia cartoleria preferita. Si trova sempre quello di cui si ha bisogno e sono sempre cortesi e disponibili.
Antonella Bianchini
03.08.2023
Cartaria Aretina S.A.S.
La Cartaria ormai da anni è sinonimo di professionalità, ben fornita offre qualsiasi tipo di servizio.
Roberto Turchi
02.08.2023
Cartaria Aretina S.A.S.
Professionali ed ottima qualità.
Erika Longhi
30.07.2023
Cartaria Aretina S.A.S.
staff molto professionale e disponibile.Totalmente raccomandato.Aricci Compassi s.n.c.

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