Museo Diocesano d'Arte Sacra Via Revedole, 1, 33170 Pordenone PN

Museo Diocesano d'Arte Sacra





22 Recensioni
  • giovedì08:30–12:30
  • venerdì15–18
  • sabato08:30–12:30
  • domenicaChiuso
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Museo Diocesano d'Arte Sacra Via Revedole, 1, 33170 Pordenone PN




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Via Revedole, 1, 33170 Pordenone PN

Orari

  • giovedì08:30–12:30
  • venerdì15–18
  • sabato08:30–12:30
  • domenicaChiuso
  • lunedìChiuso
  • martedì08:30–12:30
  • mercoledì08:30–12:30

Caratteristiche

  • Parcheggio accessibile in sedia a rotelle
  • Ingresso accessibile in sedia a rotelle
  • Adatto ai bambini
  • Ristorante
  • Toilette
  • Bagno accessibile in sedia a rotelle




Recensioni consigliate

Angela Biscotti
14.10.2023
Museo Diocesano d'Arte Sacra
Niente di speciale.
El houssine Rattaj
01.10.2023
Museo Diocesano d'Arte Sacra
Ok
Giacomo Facca
02.09.2023
Museo Diocesano d'Arte Sacra
Il museo è diviso in tre sezioni:scultura, pittura e oreficeria. Nell'edificio sono esposte opere di pregio (ad esempio la Croce astile di Castello d'Aviano). L'attuale espozione spesso risulta soffocante e di difficile fruizione. L'ingresso è gratuito.
Nata Li
02.08.2023
Museo Diocesano d'Arte Sacra
хорошенький маленький музейчик.
Andrea Romanet
31.07.2023
Museo Diocesano d'Arte Sacra
Costruito nel 1991 ed aperto ufficialmente al pubblico nel 1995, il Museo Diocesano di Arte Sacra ha sede a Pordenone presso il Centro Attività Pastorali, progettato dall’architetto Othmar Barth nel 1988. Organizzati con originalità e allo stesso tempo con rigore formale, si possono ammirare i vari nuclei riguardanti affreschi e sinopie, dipinti su tavola e tela, vetri, sculture lignee e in pietra, argenteria, disegni e stampe, paramenti liturgici.La particolare natura del Museo ha indotto a seguire un duplice ordinamento; per materia (disposta cronologicamente) e per destinazione, facendo spazio alle testimonianze della pratica sacramentaria e della devozionalità. Nella composizione di quadreria, statuaria, suppellettile e arredo vario dal VII secolo all’età contemporanea, frutto di artisti di varia levatura (dagli scultori Alvise Casella, Giovanni Martini, Orazio Marinali, ai pittori Pomponio Amalteo, Francesco Guardi, Nicola Grassi, Gianfrancesco da Tolmezzo, Michelangelo Grigoletti ed altri ancora) si è cercato di privilegiare gli attestati di provenienza locale, ricorrendo alle aree geografiche contermini allo scopo di colmare eventuali lacune di carattere iconografico. Risultato di antichi depositi, di donazioni o di affidamento in custodia, il Museo propone le proprie collezioni allestite in modo chiaro ed elegante.Le collezioniL’ingresso offre una campionatura dei materiali in esposizione: vi fan spicco una Madonna con il Bambino in alabastro (inizi sec. XVI) che ripropone il simulacro della Madonna di Trapani e un Vesperbild di maestro friulano-veneto del sec. XV-XVI.Nel vano rialzato o soppalco si dispongono sinopie ed affreschi provenienti da San Pietro di Cordenons (due teste di ascendenza romanica del 1260 ca.), Maniago, Maniagolibero, Pordenone-San Marco (frammenti del ciclo di Santa Dorotea, 1340 ca.), Castello di Aviano (affresco di Gianfrancesco da Tolmezzo, 1507 ca.) attestanti la ricchezza del partito decorativo degli edifici di culto e la statuaria rappresentata da più di una trentina di pezzi, frutto di maestranze friulane, venete, siciliane, tedesche, francesi.Al piano inferiore è dislocata la pittura su tela e tavola che annovera testi di area veneta e friulana curata da maestri quali Giovanni Maria Calderari, Palma il Giovane, Antonio Carneo, Andrea Celesti, Gaspare Diziani, Pietro Longhi, Francesco Guardi; seguita dagli esempi della devozione popolare, dell'argenteria (di rilievo la splendida croce astile di Giacomo de Grandis, 1548), dei tessuti (di rilievo il sontuoso piviale di Bagnarola, metà del sec. XIX) e delle monete.Nel vano sottostante si dispongono disegni e plastici di architettura non che alcuni sacri bronzi. A parte si conserva la collezione di disegni e stampe mentre per i paramenti è stato attrezzato un locale nel Seminario Vescovile unitamente ad un laboratorio di restauro del tessile.La provenienza di buona parte del materiale è dalle parrocchie dove giaceva in abbandono; si aggiungono acquisti, donazioni e qualche deposito a lungo termine da parte di enti e di privati.L'ottica delle raccolte è quella di documentare la pratica cultuale e la devozione delle comunità cristiane del territorio della diocesi di Concordia-Pordenone.Conservare i documenti d'arte e di fede recuperandoli, quando possibile, dalla dispersione o surrogandoli con esemplari di diversa provenienza ai fini di un più completo quadro delle tipologie; farne intendere il significato, la pratica liturgica e le valenze d'arte; accoglierne le forme della modernità con ottica non ristretta al passato, ma anche non acriticamente rivolta al nuovo: tale la finalità perseguita dal Museo Diocesano.Per visionare le schede storico-artistiche relative a gran parte delle opere esposte in Museo è possibile consultare il sito diocesano; quelle relative alle stampe e monete sono disponibili presso il catalogo Sirpac del Centro Regionale di Catalogazione e Restauro dei Beni Culturali di Villa Manin di Passariano (Udine).

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