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PER LA SEDE DI BARI in via Castromediano 139: ambiente lavorativo non conforme alle norme di sicurezza per il Covid in quanto gli operatori non indossano la mascherina in postazione; divieto di igienizzare le cuffie e di poterle sostituire con quella personale non solo per il pessimo stato in cui versano ma altresì per una questione di igiene data la gravità della situazione pandemica (i microfoni sono persino attaccati con il nastro adesivo e l'audio degli auricolari è quasi impercettibile). La lista delle chiamate è unica, pertanto tempi di attesa estenuanti e persino blocco di funzionamento della lista per circa una quarantina di minuti già al primo giorno di formazione pratico. Assenza di un tecnico informatico che possa intervenire a risolvere la ripetuta disattivazione delle cuffie o il blocco del software stesso di chiamata. Riuscire ad avere una conversazione che non si interrompa per problemi tecnici è un'avventura. Ciliegina sulla torta: corso di formazione non retribuito agli operatori di sesso femminile (questo è ciò che è successo anche alle mie colleghe). Ti mostrano una clausola del contratto in cui viene garantito il compenso dei giorni di formazione ma non ti fanno vedere neanche l'ombra di un centesimo. Dunque, viene evidenziata la illeicità di tale prassi aziendale e trovano il pretesto che il compenso viene effettuato solo in contanti, non consentito assolutamente l'accredito sul conto, neanche in casi eccezionali di impossibilità a raggiungere la sede per restrizioni a uscire da un'altra regione dovute all'emergenza covid o per motivazioni personali. La legge dispone che è obbligo del datore di lavoro che tutti i compensi siano versati tramite iban e in tal modo che siano tracciabili. Non è pertanto obbligo del lavoratore mobilitarsi per ricevere il compenso in contanti. Insomma, se volete fare voi i benefattori e elargire gratuitamente la vostre competenze lavorative andate a questa particolarità di call center. In caso contrario, evitate di sprecare tempo.