Cinta Muraria Longobardo-Normanna Torre Tronco-conica Ingresso Portale Monumentale Torre Quadra

La Cinta Muraria Longobardo-Normanna, con le due Torri tronco-coniche, l'Ingresso con il Portale Monumentale (decorato con due grossi delfini, simboli di protezione, coraggio e lealtà, con al centro incastonato, lo stemma dei marchesi Loffredo, che, probabilmente, prese il posto del precedente stemma degli Orsini, duchi di Gravina) e l'adiacente Torre Quadra (con la guardiola posta sul lato destro del monumentale portale d'ingresso), sono tutti elementi assestanti, ma ben integrati con il complesso monumentale del Castello di Sant'Agata di Puglia. La Cinta Muraria, con le due Torri tronco-coniche e i suoi circostanti grossi frammenti di mura crollati nel tempo, erano fortificazioni, facenti parte dell'apparato difensivo del Castello, nel periodo del distretto militare del Gastaldato Longobardo (avamposto del ducato di Benevento, ai confini del dominio Longobardo-Bizantino). e successivamente, nel periodo della Comestabulia Normanna (con i normanni Rainolfo Brittone il figlio Joele e il nipote Riccardo, prima della Castellania Sveva). Le suddette Fortificazioni, purtroppo, non hanno mai ricevuto efficaci consolidamenti e restauri, ma solo semplici manutenzioni ordinarie, a differenza del corpo centrale della fabbrica del Castello, continuamente rimaneggiato e riadattato in base alle esigenze dei periodi storici. I continui riadattamenti, non fanno altro che dimostrare l'importanza del Castello, per il suo continuo riutilizzo nei secoli, posto lì, in alto a 800 m. s.l.m, come punto di osservazione strategica, dominante a 360 gradi e a difesa del territorio circostante.Si ricorda che negli anni 80, l'attivo gruppo dell'Archeoclub Artemisium, indagando con i longevi anziani del rione, grazie ai ricordi tramandati dai loro nonni, seppero che vicino alle due Torri tronco coniche, c'erano due antiche piccole fornaci utilizzate per i periodici restauri del Castello (una fornace fu valorizzata, pulendola dalle sterpaglie, mentre l'altra fornace, era da tempo riutilizzata come deposito). Inoltre, seppero ancora che sotto una delle due Torri, gli asini dell'epoca, avevano trasportato e scaricato terreno di riporto, che lo stesso gruppo dell'Archeoclub, fece rimuovere, facendo emergere la Torre tronco-conica (con le fondazioni ben appoggiate sulla roccia), di circa due metri dal suolo, dando così, più imponenza architettonica al manufatto.Lorenzo Palazzo©

Vista stupenda del tavoliere a 360 gradi dalle mura del castello vento che trasporta tutti i profumi di questa terra fantastica

Bellissimo