La Mula

Arrivo sulla cima e il vento è più forte; ora è gelido e mi copro con giacca antivento e cappello. Arrivano  anche Francesco, Antonello e Pasqualina che hanno fatto l’ ultima parte dall’ altro versante.Ma non è finita! Davanti a noi, a est, si staglia la sagoma bianca e rotonda della seconda cima da cui ci separa una sella dolce e di ghiaccio. Siamo a oltre 1.900 metri. Sul fondo di questa sella l’ aria è ferma; c’è un gruppo di faggi e vi sostiamo per qualche minuto.Attacco la dolce salita su questo smagliante manto bianco, molto più ampio del primo, che sale dolcemente verso la vetta.La vetta è sferzata dal vento ed è tutta ghiacciata. Lo scenario è da favola, lo sguardo spazia da mare a mare e le catene montuose si susseguono l’ una all’ altra come un rosario e sembrano tenersi per mano.Il mare  Tirreno è uno specchio abbagliante tra i monti della catena costiera.Dietro alla sagoma scura e accidentata della Montea ecco il triangolo possente dell’ Etna che spunta dal leggero strato di nuvole alla base. Al centro della scena il cono stretto e appuntito dello Stromboli e più a destra le sommità di Vulcano e Lipari.Verso Sud, in lontananza, si scorge il Montalto dell’ Aspromonte e alla sua destra la sagoma poco ondulata dei monti Peloritani. Un po’ meno lontana, verso Sud Est si sviluppa, in grigio, l’ immenso altopiano della Sila che degrada verso il golfo di Sibari, terminando con la punta di Capo Colonna.Cammino sulla cresta, che è improprio chiamarla così; piuttosto è un enorme cappello bianco di un ghiaccio duro e compatto, dove però si cammina bene con i ramponi che aggrediscono il fondo senza riguardi.. Verso Nord Ovest la scena è altrettanto superba.Sotto di noi Il borgo di Verbicaro e la minuscola isola di Cirella che galleggia sul mare d’ oro.