Vittoria Junior International School

E molto bella all'interno, colorata, ed è molto accogliente e la mensa è molto buona

Ottima scuola

La nostra esperienza è stata la più orribile che si potesse vivere in un ambiente scolastico.Premetto che la nostra famiglia ha viaggiato molto sin da quando nostra figlia aveva 5 anni, che mia famiglia parla l'inglese fluentemente e senza suscitare alcun dubbio sulla sul fatto di essere madrelingua inglese quando dialoga con inglesi madrelingua.Abbiamo iscritto nostra figlia alla secondaria di primo livello, primo anno.Eravamo stati attratti dal fatto che è praticamente l'unica a Torino ad un prezzo accessibile, in cui metà delle lezioni avvengono in inglese, dalle grandi aule colorate, da una bella aula di scienze.Ma la realtà è stata incredibilmente negativa. Gli insegnanti sono stati incapaci di discriminare le differenze tra un bambino con un background differente da quello di un alunno cresciuto in una scuola italiana; un programma scolastico rigido ed accademico con noiosissime lezioni frontali, dai contenuti ostici e molto poco stimolanti; attenzione agli aspetti emotivi dei ragazzi pari a zero; una corsa folle dietro al programma ministeriale senza alcuna cura delle difficoltà e delle differenze tra i ragazzi; un approccio allo studente arcaico in cui vigono le note, i brutti voti, le sgridate, quando non si rispettino i canoni e gli standard prefissati; una scuola in cui i ragazzi sono incollati al banco per 8 h per poi passare le successive ore a casa a studiare e fare compiti per poi essere sottoposti a quotidiane verifiche ed interrogazioni.A tutti ciò si aggiunge una mensa non buona e lezioni di arte, musica ed educazione fisica teoriche al 90%.Comprendo perfettamente che il programma ministeriale italiano sia complesso ed antico, ma il Vittoria si prende troppo sul serio, a discapito di tutti quei ragazzi che, per le ragioni più disparate, non attecchiscono a questo sistema.Sfortunatamente non tutti i bambini sono studenti modello, molti hanno bisogno di stimoli, di manualità, di praticità, di percorsi dedicati, ma anche di empatia, di una pacca sulla spalla o di parole dolci in momenti di sconforto. Noi purtroppo abbiamo vissuto mesi bui finché non abbiamo deciso di ritirare nostra figlia e tornare all'estero dove mia lei è rinata ed al mattino si alza di nuovo con il sorriso per correre a scuola in allegria.